LE BANCHE ITALIANE CONTINUANO A RIDURRE IL CREDITO E A COMPRARE TITOLI DI STATO

In Italia continuano a scendere i prestiti bancari all’economia reale, mentre salgono le sofferenze e l’esposizione degli istituti di credito sul debito pubblico. In ribasso i tassi, con l’eccezione del credito al consumo. Sembra finita l’epoca delle obbligazioni bancarie, ma la raccolta complessiva sale.

Nonostante la politica monetaria decisamente espansiva impostata dalla Bce sin da giugno, le banche italiane in agosto non hanno mutato le tendenze mostrate nei mesi precedenti.

I dati riportati nel report mensile sul sistema creditizio nazionale pubblicato da Bankitalia (https://www.bancaditalia.it/statistiche/stat_mon_cred_fin/banc_fin/pimsmc/2014/sb51_14/suppl_51_14.pdf) evidenziano che il credit crunch italiano sta continuando: su base annua i crediti concessi alle famiglie sono scesi del -0,8% (dal -0,7% del mese precedente), i prestiti alle società non finanziarie sono calati del -3,8% (la riduzione era stata del -3,9% in luglio).

In tabella si nota che tutte le categorie in cui vengono scomposti i prestiti erogati dal sistema bancario mostrano valori inferiori a quelli del mese precedente (in luglio non era stato così). Considerando i valori dei finanziamenti al netto degli importi delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari, la flessione dei prestiti al settore privato in un anno si è attestata sul -2,5% (linea rossa del grafico), dal -2,6% di luglio. Il segno meno sulla dinamica del credito ai privati in Italia dura ininterrottamente dalla metà del 2012: a fine 2012 il totale dei prestiti erogati a soggetti residenti in Italia (amministrazioni pubbliche comprese) ammontava a 1.995,361 miliardi, a fine agosto si era ridotto a 1.898,639 (quasi 100 miliardi in meno in poco più di un anno e mezzo!).

Le sofferenze hanno continuato a salire anche in agosto, anche se con un ritmo lievemente inferiore rispetto a luglio (+20%, dal +20,5%, su base annua). Lo stock complessivo sfiora ormai i 174 miliardi di euro, un anno fa erano 107,197, a fine 2011 appena 107,197 miliardi.

La politica espansiva della Bce si riflette sui tassi di interesse, che stanno scendendo in modo apprezzabile sulle nuove erogazioni.

In particolare il Taeg medio (costo dei prestiti al lordo delle spese accessorie) sui finanziamenti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni è sceso nel mese di agosto al 3,37% (era il 3,49% in luglio, il 3,80% ad inizio dell’anno), 90 punti in meno rispetto a fine del 2011. Il Taeg medio relativo al credito al consumo sulle nuove erogazioni è l’unico tasso in controtendenza, salito dal 9,29% di luglio al 9,34% di agosto: il costo globale del credito al consumo alle famiglie si è ridotto di appena 23 punti dal gennaio scorso ed è ancora superiore dello 0,23% rispetto ai valori di fine 2011 (quando i tassi di mercato erano esplosi a causa della crisi di fiducia sulle finanze pubbliche italiane e sulla tenuta dell’euro).

La generale dinamica discendente sui nuovi prestiti sta lentamente influenzando anche il costo medio del credito sugli stock esistenti. Il tasso medio applicato a tutti i prestiti esistenti erogati alle famiglie si è attestato al 3,96% in agosto, in discesa dal 3,99% del mese precedente e dal 4,04% di gennaio (4,52% a fine 2011). Per un approfondimento sul mercato dei mutui casa si rimanda al post “Le banche tornano a concedere nuovi mutui, ma … il totale dei mutui in essere scende”. Anche il costo medio sullo stock di credito al consumo esistente risulta in contrazione, su valori medi decisamente più bassi rispetto alle nuove erogazioni (6,52% a un anno, 6,46% fino a cinque anni, 4,74% oltre i cinque anni): evidentemente i finanziamenti giunti a scadenza in agosto incorporavano tassi decisamente superiori a quelli (pur elevati) applicati ai nuovi prestiti. Stessa dinamica per il credito alle imprese: il costo medio del denaro su tutto il credito esistente è al 3,64%, dal 3,68% di luglio, 3,80% di gennaio, 4,04% di fine 2011.

Alla contrazione degli impieghi nell’economia reale si contrappone l’incremento del debito pubblico presente nei portafogli delle banche operanti in Italia: i bond emessi dal Tesoro sono saliti a 400,295 miliardi, dai 397,215 di luglio.

Fonte: Bankitalia (Supplemento al bollettino statistico n. 51 – Moneta e banche)

Nel corso dei primi otto mesi dell’anno le banche sono state acquirenti nette di bond sovrani italiani per circa 17 miliardi, dalla fine del 2011 per oltre 190 miliardi.

La liquidità oggi non sembra essere un problema: la raccolta bancaria nel suo complesso sale dal 2012, il dato di agosto è del +5,5% (pur in flessione sui mesi precedenti).

In tabella risalta la continua riduzione della provvista obbligazionaria, ormai entrata in crisi strutturale ma più che compensata dall’incremento dei depositi da privati. Dal dicembre 2012 all’agosto 2014 i depositi complessivi di imprese e famiglie sono saliti di circa 51 miliardi di euro.

Fonte: Bankitalia (Supplemento al bollettino statistico n. 51 – Moneta e banche)

I tassi riconosciuti ai depositanti sono in discesa, coerentemente con l’azzeramento sulle scadenze a breve imposto dalla politica monetaria della Bce negli ultimi mesi. Come nel caso dei prestiti, la dinamica discendente della nuova raccolta sta riducendo il costo per le banche dell’intero stock dei depositi, anche se con dinamiche differenziate fra le varie forme tecniche.

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